Alla scoperta di Monteverro
Un press trip Monteverro tutto da vivere quello organizzato da Zedcomm l’8 e 9 ottobre, alla scoperta di una delle cantine più affascinanti della Maremma del Sud. Monteverro, cantina gioiello di Capalbio, si adagia dolcemente sulle colline tra il borgo medievale – la chiamano la “nuova Atene”, cuore dell’intellighenzia e fucina culturale – e l’Argentario, con lo sguardo rivolto al mare che in linea d’aria è davvero vicino. Lì, nell’aria, si sente quel profumo di iodio che si mescola alla macchia mediterranea, rendendo unico ogni respiro. Il viaggio inizia in treno da Milano, qualcuno anche da Torino, fino a Roma, poi direzione Capalbio. Dal finestrino la campagna maremmana si mostra in tutta la sua bellezza autunnale, con tonalità calde che spaziano dal marrone all’oro, dall’arancio al giallo, perfette per chi ama quell’atmosfera cozy, quasi hygge. L’arrivo nel tardo pomeriggio è un tuffo in un mondo a parte: aperitivo e cena al Frantoio, creatura ibrida di Maria Concetta Monaci, luogo sospeso tra ristorante, galleria d’arte, centro culturale e bottega di eccellenze locali. Qui si sorseggiano gin tonic da una selezione notevole di etichette, si parla d’arte fino a notte fonda, con Maria Concetta a fare da Cicerone instancabile. È proprio qui che avviene il primo incontro con Monteverro: Julia Weber, proprietaria della tenuta insieme al marito Georg (italianizzato Giorgio), e Margherita Chietti, responsabile marketing e comunicazione, accolgono i giornalisti con un sorriso e un calice di bollicine francesi – uno champagne – per rompere ogni formalità. L’atmosfera è calda e conviviale, la serata vola tra chiacchiere e sorrisi. Il pernottamento all’hotel La Valle del Buttero, struttura storica nel cuore di Capalbio, è un viaggio nel tempo: fascino d’altri tempi, dettagli autentici e tanti riferimenti culturali, dal Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle al portiere di notte, Felice Massimo Piccolantonio, scrittore e autore del thriller Le Belve di Detroit, che accoglie gli ospiti con un sorriso e il suo libro sul bancone. Il giorno dopo inizia sotto un cielo terso e un sole brillante. Margherita e Nerissa accompagnano il gruppo verso la tenuta: Julia Weber, splendida padrona di casa, accoglie tutti insieme all’enologo Matthieu Taunay, che segue Monteverro fin dalla sua nascita nei primi anni Duemila. Tra le vigne che risplendono di luce autunnale, Matthieu racconta la disposizione dei filari, la ricchezza dei terreni, l’importanza del sovescio e delle api. Si passa poi in cantina, dove l’esperienza diventa immersiva: assaggi di botte e racconti tecnici si intrecciano con emozioni sensoriali. Il Merlot, inchiostro e velluto, il Cabernet Franc che gioca tra note di peperone e cassis, lo Chardonnay più fresco e minerale in cemento e quello più rotondo in botte nuova: ogni vino è un racconto. I tannini giovani ma promettenti lasciano immaginare un futuro di grande eleganza. E Matthieu, con il suo entusiasmo contagioso, accompagna tutti in un mondo di parallelismi e sensazioni. Il pranzo finale, curato dal celebre ristorante I Due Cippi, è un tripudio di gusto. Il menu esalta i vini Monteverro in abbinamenti perfetti: si parte con il Vermentino per l’aperitivo, poi Chardonnay – un bianco d’eccezione in terra di rossi –, Tintaa, un rosso sensuale e profondo, e infine il Monteverro in una straordinaria verticale di annate 20110 e 2011, 2021 e 2022. A chiudere, la storica torta di mele dei Due Cippi, ricetta di famiglia con tante mele e poca crema, servita con un gelato di capra alla vaniglia e un crumble irresistibile. Nessuno vorrebbe più ripartire, perché Monteverro ha quel potere magnetico che ti rapisce il cuore. Qualcuno sogna di farsi adottare, qualcun altro di lavorare in vigna. Ma, come tutte le cose belle, anche il press trip Monteverro deve finire. Si torna verso Roma, con il profumo della Maremma ancora nell’aria e la sensazione di aver vissuto qualcosa di autentico.